Ieri stavo creando una cartella sul mio account Dropbox, per condividere con un amico, assieme alla comune passione per il jazz, del materiale musicale.
Per permettergli l’accesso devo inserire la sua e-mail in un invito. Non me la ricordo; se però, per pigrizia, non avessi voglia di andarmela a cercare, mi viene in soccorso un’opzione facile-facile: cliccare su “importa dai contatti”. Siccome, oltre che amici trentennali, lo siamo anche su fb, il passaggio sarebbe veloce. Ma ATTENZIONE! I signori, per un indirizzo solo, mi chiedono candidamente di accedere A TUTTA LA LISTA DEI MIEI AMICI FACEBOOK! E di gestirla pure !!! Chiaramente vinco la pigrizia e vado a cercarmi su outlook l’email del mio amico. Ma se fossi stato un po’ distratto avrei chiaramente acconsentito (come ahimè deve essermi successo più di una volta).
Ora, qualche giorno fa ad un seminario ho appreso che ogni follower (amico, affiliato, quel che volete) di un brand, spende mediamente per quel brand 170$/anno in più degli altri Clienti (e per la moda 250$). Da cui, sia pure che una parte di quel valore l’azienda depositaria del brand lo deve mollare all’agenzia che gli ha fatto la campagna; sia pure che un’altra cospicua fetta la deve versare alla piattaforma che gli ha reso disponibile il suo database (facebook o chi altro); sia pure che non è detto che tutti i contatti esaminati diventino follower di un brand (ce lo vedete un rompiballe coriaceo come me chiedere l’amicizia ad un brand di ammorbidente per bucato?); però dico: perché in queste transumanze informatico-commerciali di bestiame non versate qualche spicciolo anche a me? In tal caso i dati del mio account li metto a disposizione volentieri.
Già che mi sono dato la stura, ne conto un’altra: al telefono di casa imperversano piazzisti di energia, gas, telefono e quant’altro (anche lì qualcuno gli ha dato il contatto, presumo). La mia risposta tipica era, di base: “va bene, mandatemi una bozza per email che la esamino: se è conveniente, lieto di passare con voi….”.
Troppo facile, loro non hanno questo mandato (!!!): il business model di questi faccendieri è di inviarti il contratto, su cui tu hai il diritto di recesso entro 10 giorni. Come ben sappiamo, uno dei grossi stratagemmi per ottenere vendite fisse è quello del tacito rinnovo, del quale il recesso su richiesta non è che un caso particolare. Le mie rimostranze con questi signori sono diventate orami abbastanza risentite e accusatorie. Nulla di personale, ma:
1) chiedo chi gli ha dato il mio numero (e ovviamente non ottengo soddisfazione)
2)faccio notare che:
– da che mondo è mondo, quando due parti fanno business, il proponente manda una bozza d’accordo su cui il “prospect” (io) medita e decide
– queste sono metodiche fortemente scorrette, con cui probabilmente ogni giorno fregano un po’ di sciure marie e capi di bestiame vari : ma verrà un redde rationem, gli auguro…
disclaimer: sotto può darsi troviate della pubblicità, a mia insaputa. L’ho fatto notare a wordpress e mi hanno risposto di non fare troppo il difficile: siccome mi danno un blog in cui mi esprimo gratis, se mi va bene è così. Perlomeno hanno rinunciato a infarcire i miei post (sì, proprio sulle mie frasi) di link multimediali a giochi on line più o meno d’azzardo, smartofoni a sorteggio, investimenti mirabolanti, incontri con signorine avvenenti e chi più ne avanza più ne metta.